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al testo di Fernando Massimiliano Andreoni
A mia madre
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Mi ricordo, piccino, una sera le ho viste, nella tua sottoveste, le tue forme leggere e guardavo stupito. Un anelito nuovo, turbamento e pudore, mi passava attraverso, mentre svelto saliva il rossore sul viso. Ti ricordo nei viaggi, per le calli a Venezia, gli asinelli a Perugia, i panini mangiati, mentre il babbo guidava, nella nostra Seicento. Poi rivedo il tuo sguardo, che si fa più arrabbiato, che mi tiene lontano e un perché che è rimasto come un’eco lontana che attraversa la mente. Sei dovuta andar via, a metà del cammino, e ci ho messo del tempo, una strada di anni per capire alla fine quanto ti era costato. E ora so finalmente che seppure mi manchi il ricordo di te che mi stringi al tuo ventre, quegli abbracci sognati sono dentro di me, senza loro non sarei mai arrivato fin qui.
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